Per te la moda è importante?
La foggia degli abiti ha da sempre segnato i più importanti mutamenti del costume. Non dobbiamo credere, infatti, che nell’antichità non si seguisse la moda e non si prestasse attenzione agli abiti che si indossavano. Innanzitutto l’abbigliamento rappresentava, allora come oggi, un fondamentale criterio di classificazione sociale. Solo alcuni potevano permettersi certi ornamenti, come accessori e gioielli. Chi era povero portava, già nell’antica Roma, abiti semplici e corti, mentre gli appartenenti alla classe senatoria potevano permettersi lunghi mantelli e cappucci sulle toghe bordate della preziosa porpora.
Ti senti a tuo agio anche con un abito vecchio o passato di moda? O al contrario, essere ben vestito e alla moda ti fa sentire più sicuro di te stesso? Giocando con il nostro test e rispondendo alle 16 domande, potrai capire quanto sia importante per te seguire la moda.
Quanto conta per te la moda?
Per te la moda è importante?
La foggia degli abiti ha da sempre segnato i più importanti mutamenti del costume. Non dobbiamo credere, infatti, che nell’antichità non si seguisse la moda e non si prestasse attenzione agli abiti che si indossavano.
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Espressione di esigenze sociali
Con il passare dei secoli, la moda si fa sempre più ricca e raffinata. Nel Cinquecento si indossano abiti che rappresentano veri e propri gioielli: i ricami sono eseguiti con fili d’oro e con vere perle e pietre preziose. Questa moda si arricchisce nel Seicento e nel Settecento di enormi colletti inamidati e di ornamenti di pizzo che circondano le scollature degli abiti maschili e femminili. La moda di quest’epoca è caratterizzata inoltre da elaboratissime pettinature: vere e proprie architetture di riccioli e boccoli impreziosite da fili di perle.
La diffusione dell’industria, che inizialmente investe l’attività della tessitura, e la rivoluzione francese portano con sé enormi cambiamenti sociali e culturali. Proprio a quest’ultima dobbiamo, per esempio, l’abolizione dei calzoni al ginocchio e delle calze bianche di seta per gli uomini e l’adozione di quei curiosi tubi di stoffa lunghi fino alla caviglia, i nostri pantaloni, che i sanculotti, la gente del popolo, indossava durante la rivoluzione.
La moda tende quindi a semplificarsi. La vita dell’Ottocento è più dinamica di quella dei secoli precedenti. Non si possono più impiegare ore per abbigliarsi prima di uscire di casa se si deve andare al lavoro. Questa tendenza si sviluppa ulteriormente nel Novecento, caratterizzato, al suo inizio, da un’altra svolta decisiva, di portata pari all’introduzione dei pantaloni per gli uomini: le gonne non arrivano più fino a terra, ma solo fino al ginocchio. D’altro canto, le donne ora non sono più relegate in casa: hanno cominciato a lavorare, anche per sostituire gli uomini in guerra, e chiedono il riconoscimento di una dignità pari a quella del maschio.
Senza falsi pudori
Dopo la seconda guerra mondiale, dopo l’esperienza della fame e delle privazioni, gli abiti hanno messo in evidenza seni e fianchi prosperosi. L’opulenza come segno di bellezza serviva ad allontanare i brutti ricordi degli anni appena trascorsi. Solo quando lo sviluppo dell’industrializzazione ha creato un benessere più generale, la moda ha imposto modelli femminili sottili come giunchi: donne magre e senza curve o nascoste in abiti ampi.
Gli anni Sessanta portano con sé una nuova rivoluzione: una giovane sarta londinese fa la sua fortuna riducendo la lunghezza delle gonne. Le donne finalmente mostrano senza falsi pudori le gambe, assumendo un atteggiamento più giovanile e dinamico, perfettamente in linea con il progresso del loro ruolo. Tutte ormai lavorano e cercano la realizzazione delle proprie aspirazioni non solo all’interno ma anche all’esterno della famiglia.
Nel tempo, perciò, la moda non è stata solo l’effetto della bizzarria di qualche sarto, ma ha rappresentato un importantissimo fenomeno di costume, un segno tangibile dei mutamenti sociali e culturali. Abbiamo visto anche come sia sempre stata un segnale molto forte di identificazione sociale, culturale, politica e perfino religiosa.
Oscar Wilde, il famoso scrittore inglese, noto per i suoi atteggiamenti trasgressivi, disse una volta che la moda era una cosa così sciocca che bisognava cambiarla ogni anno. Le sue scelte in fatto di abbigliamento confermavano quest’idea:. Si racconta che, nell’età vittoriana, sobria e severa, indossasse tranquillamente panciotti gialli e che infilasse all’occhiello delle sue giacche enormi girasoli.
Anche noi spesso cerchiamo di sottrarci a questa piacevole dittatura e affermiamo di non esserne schiavi. Ma è proprio vero?