Emisfero predominante

Molti esperimenti hanno messo in luce la supremazia di un emisfero cerebrale sull’altro, quando si eseguono alcuni compiti. L’emisfero sinistro, per esempio, sarebbe specializzato nell’elaborazione del materiale verbale, cioè delle parole. Tutto ciò che riguarda le singole lettere, le parole, le frasi che vengono udite e pronunciate, sono analizzate da questo emisfero, nel quale risiedono i centri del linguaggio.

L’emisfero destro, però, non rimarrebbe totalmente escluso da questa funzione: a esso spetterebbe il compito di analizzare le emozioni che accompagnano una parola. Se qualcuno ci saluta dicendo: “Ciao, come stai?” percepiamo ed elaboriamo il significato di questa frase con l’emisfero sinistro. Ma è attraverso l’emisfero destro che capiamo se la persona che ci ha rivolto la parola è veramente interessata alla nostra salute oppure ci ha detto solo una frase di circostanza.

L’emisfero destro, invece, prevarrebbe sul sinistro nel riconoscere i volti delle persone, le figure, la musica. Questo spiegherebbe perché alcune persone, che presentano dei disturbi del linguaggio o che hanno difficoltà a scrivere persino il proprio nome, non solo sono in grado di riconoscere un brano musicale, ma anche di suonare perfettamente uno strumento e, addirittura, di comporre musica. Le ricerche scientifiche hanno evidenziato che l’emisfero destro è maggiormente impiegato in operazioni che richiedono abilità creative.

Quale emisfero del tuo cervello è predominante?

Giochiamo con questo test per scoprire quale emisfero del nostro cervello è predominante. Scopriamo, rispondendo alle 30 domande, se siamo razionali o se, nel nostro intimo, è nascosto un artista che non ha avuto ancora la possibilità di emergere.

Sei creativo o razionale?

“Quale emisfero del tuo cervello è predominante?”

emisferi

 

Sua maestà il cervello

È l’organo più “affascinante” del corpo umano: riceve messaggi, li elabora e li traduce in sensazioni uditive, tattili, olfattive. Impartisce ordini ai muscoli ed è sede dell’intelligenza e delle emozioni. In poche parole, ci permette di vivere. Il cervello ha sempre “emanato” un grande fascino; è per questo che l’uomo, sin dall’antichità, ne ha studiato l’anatomia e la fisiologia. D’altra parte è impossibile non rimanere affascinati da quest’organo che riceve messaggi dal mondo esterno, li elabora e li traduce in sensazioni uditive, olfattive e tattili; che impartisce ordini ai muscoli, permettendoci così di agire; ed è sede dell’intelligenza e delle emozioni.

Ogni movimento, volontario e involontario, e il funzionamento degli organi vitali avvengono grazie al sistema nervoso centrale, che coordina tutti i “messaggi”. Il cervello è l’organo più grande di questo sistema. Esso riceve le informazioni sia dal mondo esterno (attraverso gli organi sensoriali), sia dall’interno del corpo (il cuore, i polmoni, l’intestino ecc.). Tutti i messaggi che gli giungono, vengono ricevuti sotto forma di impulsi nervosi, elaborati e trasformati in immagini, sensazioni, parole e movimenti. Il cervello è situato all’interno della scatola cranica e ha, grosso modo, la forma di un uovo; la sua parte posteriore è più grande di quella anteriore. Pesa circa un chilo e mezzo ed è costituito da oltre dieci-dodici miliardi di cellule, chiamate neuroni, che trasportano gli impulsi nervosi.

Il cervello: una complessa anatomia

Se si guarda un cervello dall’alto, si può distinguere una grande fessura che lo divide in due masse, una a destra e l’altra a sinistra: sono gli emisferi. Queste due masse sono unite da un insieme di fibre nervose che costituiscono il corpo calloso. All’interno è formato da una sostanza bianca (costituita da fibre nervose, che collegano i centri cerebrali tra loro e agli organi periferici) e all’esterno da materia grigia: la corteccia cerebrale. Quest’ultima, spessa due millimetri e composta da sei strati sovrapposti di neuroni, presenta una serie di sporgenze e solchi: sono le circonvoluzioni e le scissure.

Questi ripiegamenti hanno permesso alla corteccia cerebrale del cervello umano di crescere senza richiedere un ulteriore aumento della scatola cranica. Poiché le fibre nervose si incrociano, ogni emisfero controlla le funzioni della parte opposta del corpo: l’emisfero sinistro controlla la parte destra del corpo e viceversa.

Pannello di controllo

Alcune zone della corteccia cerebrale sono addette esclusivamente ai movimenti del corpo, mentre altre ci permettono di sentire il caldo, il freddo, la ruvidità delle cose: ci permettono, cioè, di avere una sensibilità. Se, in un punto preciso di queste aree, sollecitassimo il cervello tramite leggeri impulsi elettrici, avremmo la sensazione che sia direttamente il nostro braccio, la mano, il piede o la schiena a essere toccati, accarezzati, mossi. Queste zone riproducono la mappa del nostro corpo e, più è importante l’organo (per l’uso che ne facciamo nella vita quotidiana), maggiore è la superficie della corteccia cerebrale che corrisponde a esso; per esempio, la zona cerebrale che “controlla” le mani e le dita è molto più estesa rispetto a quella dei piedi, e così l’area corticale della bocca e delle labbra è molto più grande rispetto a quella degli occhi e del naso.

Supervisori di funzione

Se si seguono le scissure e le circonvoluzioni che segnano la superficie del cervello, esso può essere suddiviso in varie parti chiamate lobi. Ogni lobo prende il nome dalle ossa sovrastanti del cranio. Si hanno, perciò, un lobo parietale, uno occipitale, uno frontale e uno temporale per ogni emisfero. Ognuno dei lobi sarebbe preposto a una funzione specifica: nei lobi occipitali, situati nella parte posteriore dell’emisfero, si trovano i più importanti centri della visione; l’area acustica si trova nei lobi temporali, mentre la zona parietale -posta nella parte alta degli emisferi- sembrerebbe preposta al movimento e alla sensibilità corporea.

I lobi frontali posti nella parte anteriore del cervello, avrebbero il compito di programmare il movimento e coordinare il comportamento generale dell’uomo: una specie di supervisore. L’assegnazione di una funzione specifica a ogni area della corteccia cerebrale non è, però, così rigida. Se, infatti, una parte della corteccia viene in qualche modo lesionata, i neuroni superstiti si adattano a svolgere funzioni diverse e lavorano in modo da ridurre al minimo il danno.

Organizzazione mentale

Se siamo in grado di parlare, muoverci e pensare è perché le varie parti che compongono il sistema nervoso lavorano in sincronia, si scambiano reciprocamente messaggi e informazioni, anche se ognuna ha il proprio compito specifico. È come se tutti lavorassero alla catena di montaggio di una fabbrica di automobili. Ognuno ha il proprio settore ma tutti danno un contributo alla costruzione dell’automobile.

Il neuropsicologo sovietico A. Lurjia, elaborò una teoria secondo la quale la cooperazione tra un’area e l’altra cambia in base all’età dell’individuo. Per esempio, quando il bambino impara a scrivere, per farlo, deve utilizzare quasi tutte le aree della corteccia cerebrale. Solo più tardi, quando cioè il bambino conoscerà tutto l’alfabeto e la sua mano sarà in grado di tracciare le parole in modo sicuro, il suo cervello passa a una nuova organizzazione dei processi mentali. In questa fase il bambino, e in seguito l’adulto, sarà in grado di scrivere correntemente e automaticamente utilizzando un minor numero di aree mentali.